Niente da nascondere | di Flavio Masi

Niente da nascondere

La lettura del libro “Sotto controllo. Edward Snowden e la sorveglianza di massa” di Glenn Greenwald – dal quale riporterò alcuni virgolettati – ha contribuito ad ampliare ulteriormente la distanza, ai miei occhi sempre più evidente, tra democrazia ideale e democrazia reale.

Nel libro di Greenwald i dati sono al cento dell’interesse; e cosa siamo per aziende come google o per agenzie governative come la NSA se non dati e metadati? Le nostre interazioni digitali lasciano tracce che riempiono la pancia di giganti come facebook e la già citata google.
In alcuni casi, come è ben noto, i dati li forniamo spontaneamente; quando ci iscriviamo ad un social network ci viene simpaticamente comunicato che “È gratis e lo sarà sempre”, come dire che, da quel momento in poi, lavoreremo gratis per la società che controlla il “social” stesso. Una sorta di volontariato per aiutare poveri miliardari, praticamente.

Quando si tratta di agenzie governative la cosa si fa più interessante. Infatti, grazie al digitale, il volume di informazioni oggi reperibili è difficilmente calcolabile.
Forse la più rappresentativa di queste agenzie governative è la statunitense National Security Agency, che “dà lavoro a circa trentamila persone, ma si avvale anche di circa sessantamila collaboratori esterni che forniscono servizi essenziali, afferendo a società private”.

I sistemi usati per acquisire dati sono svariati, compreso l’hackeraggio di singoli dispositivi (personal computer, smartphone ecc.).
“Una delle pratiche standard della NSA consiste nell’intercettare partite di router, server e altre apparecchiature informatiche fabbricate negli USA prima che vengano recapitate ai clienti internazionali: impianta backdoor per scopi di sorveglianza, riconfeziona i prodotti apponendo un falso marchio di fabbrica e li invia verso la loro destinazione. Così facendo la NSA si procura vie d’accesso a intere reti e ai dati di tutti i loro utenti.”

Router NSA

Se i metodi appena descritti sono in qualche misura mirati, vi sono anche strategie di raccolta ad ampio spettro:
“BOUNDLESS INFORMANT era il nome di un programma della NSA concepito per quantificare con precisione matematica le attività di sorveglianza quotidiane effettuate. …nel mese di febbraio del 2013, nell’arco di trenta giorni, una unità della NSA aveva raccolto dati su oltre tre miliardi di telecomunicazioni, attingendo alla sola rete telematica statunitense”.
Per convincere le società di telefonia a collaborare la NSA può contare su ordinanze compiacenti del tribunale segreto FISA (Foreign Intelligence Surveillance Act). Si tratta di “un organo istituito dal Congresso nel 1978 quando la Commissione Church aveva scoperto che da decenni il governo intercettava abusivamente comunicazioni private. Il concetto alla base della sua creazione era semplice: da un lato il governo poteva portare avanti le sue pratiche di sorveglianza elettronica; dall’altro, onde evitare abusi, doveva prima ottenere l’autorizzazione del tribunale.” Una di queste ordinanze “Ingiungeva alla società di telefonia Verizon Business di consegnare alla NSA «tutti i tabulati relativi a comunicazioni telefoniche intercorse (I) tra cittadini degli Stati Uniti d’America e l’estero oppure (II) tra cittadini degli Stati Uniti, non escluse le chiamate locali».”

La NSA può anche contare sulla “«acquisizione diretta di dati dai server dei seguenti fornitori americani di servizi telematici: Microsoft, Yahoo!, Google, Facebook, Paltalk, AOL, Skype, YouTube, Apple»” e, tramite programmi di sorveglianza elettronica come PRISM, può rovistare tra e-mail, chat, foto, video, conversazioni VOIP e file che gli utenti si scambiano, estraendone dati utili.

Come tutte le agenzie di spionaggio e controspionaggio la NSA ottiene informazioni anche attraverso scambi con analoghe agenzie di altri paesi, che in alcuni casi vengono finanziate in cambio della loro collaborazione.
“Un altro documento relativo a BOUNDLESS INFORMANT specificava il volume totale dei dati internazionali raccolti sull’arco di soli trenta giorni in Germania (500 milioni), Brasile (2,3 miliardi) e India (13,5 miliardi). Altri documenti si riferivano all’acquisizione di metadati in collaborazione con il governo francese (70 milioni), spagnolo (60 milioni), italiano (47 milioni), olandese (1,8 milioni), norvegese (33 milioni) e danese (23 milioni).”
Quando Alfano, allora ministro della giustizia, riferiva in parlamento di milioni di italiani intercettati non aveva tutti i torti, solo che confondeva la magistratura italiana con l’NSA.

Sorvolando sugli Alfano d’Italia, chi sono i mandanti di agenzie come la NSA, e a chi rispondono?
“nel 2001… l’amministrazione Bush aveva segretamente ingiunto alla National Security Agency (NSA) di intercettare le telecomunicazioni elettroniche dei cittadini americani, esentandola dalla necessità di procurarsi i mandati previsti in questi casi dal diritto penale statunitense.”
Obama aveva suscitato qualche speranza. “Il nuovo presidente era entrato in carica promettendo di rettificare gli eccessi compiuti in nome della sicurezza nazionale e giustificati dalla Guerra al terrorismo.” Ma, alla faccia della retorica sulla presunta gravità di mentire al popolo americano: “il più alto funzionario per la Sicurezza nazionale dell’amministrazione Obama – James Clapper, direttore della National Intelligence – aveva mentito al Congresso quando il 12 marzo 2013 il senatore Ron Wyden gli aveva domandato: «È vero che la NSA raccoglie dati di qualsivoglia natura sul conto di milioni, se non centinaia di milioni di americani?». La risposta era stata tanto laconica quanto falsa: «No, signore».”

Sono un ingenuo che pensa che non ci sia democrazia senza che tutti siano tenuti a rispettare le regole, a partire dal rispetto della costituzione. Ingenuamente penso che l’esistenza di agenzie spionistiche sia incompatibile con la democrazia. Ingenuamente penso che, alla maggioranza dei cittadini, le democrazie reali piacciano, piace essere trasparenti (trasparenti come neanche ai tempi della Stasi) di fronte ai governi. Penso, sempre ingenuamente, che sistemi informativi proni alle esigenze governative aiutino i cittadini a farsi piacere queste grottesche parvenze di democrazia.
Per la cronaca, secondo l’ultimo rapporto di reporter senza frontiere gli USA sono quarantunesimi al mondo quanto a libertà di stampa, l’Italia – sempre rimarchevole in queste graduatorie – al settantasettesimo.

Concludo con un ulteriore link – questa volta youtube, quindi google – a questo brano non male del “vecchio” Peter Gabriel.

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